Sasso di Sant'Andrea e Bosco delle Tane

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Sasso di Sant'Andrea e Bosco delle Tane

Un affioramento di roccia domina il borgo di Montecorone

Il Sasso di Sant’Andrea

Il Sasso di Sant’Andrea è un affioramento di grandi dimensioni di roccia arenaceo-calcarea di origine sedimentaria, depositatasi in bacini marini a partire dall'Oligocene superiore (circa 25 milioni di anni fa), modellato dagli agenti meteorici che ne hanno conformato l'aspetto, degradando le pareti scarsamente cementate della roccia. Alla base della scarpata, una frattura ha facilitato l'erosione da parte del fosso Livia (in cui è presente il raro gambero di fiume), che ha così visivamente isolato questo affioramento arenaceo.

Dalla sommità del Sasso si può godere un ampio panorama che abbraccia a nord la vasta distesa della pianura Padana e a sud, in uno scorcio più ravvicinato, la vallata di Montecorone. Grazie al particolare microclima, dovuto alla peculiare natura geomorfologica dell'area, a fianco dei boschi di roverella, quercia tipica della collina, si trovano specie come il faggio e l'erica arborea, tipiche rispettivamente dell'alta montagna e della macchia mediterranea. Molte sono anche le specie presenti che risultano protette dalla Legge Regionale: tra queste, diversi tipi di orchidee e gigli. Degna di nota è la presenza di un esemplare di Quercus crenata (cerro-sughera).

Come le vicine guglie dei Sassi di Roccamalatina, offre ambienti adatti alla presenza di rapaci: in particolare, l'ambiente rupestre offre riparo e protezione alla nidificazione di diverse specie di falchi. Nei boschi circostanti il sasso, invece, nidificano rapaci notturni, picchi e diversi passeriformi. Tra i mammiferi spiccano daini, cinghiali, caprioli, tassi ed istrici. Si raggiunge a piedi dalla carrozzabile sterrata che si diparte circa 200 m a est di Montecorone.

Bosco delle Tane

È uno dei luoghi più affascinanti della zona. Viene così denominata l’area situata a nord ovest di Zocca, dietro Monte Roppio, fra il borgo di Zocchetta ad est e il borgo di Montecorone a nord. Nell'area boscata a prevalenza di castagno sono presenti rocce di arenaria che hanno permesso il formarsi di grotte, di dimensioni modeste, che la fantasia popolare ha denominato con nomi fantastici come "La Tana della Celeste", "delle Felci Pendenti" o "del Gatto Mammone". L'acqua ha inoltre scavato affascinanti gole. Ai piedi del Bosco delle Tane è situata una delle più interessanti sorgenti di acque sulfuree dell’Appennino Modenese (“Acqua di Montecorone”). La fauna e la vegetazione boschiva sono quelle tipiche di questa zona appenninica, mentre il sottobosco è ricco delle essenze tipiche degli ambienti umidi.

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