La Venere di Savignano e un esemplare di Elefante Mammuthus: sono questi i protagonisti attorno a cui ruotano i due musei di Savignano sul Panaro. Entrambi sono legati a ritrovamenti archeologici fatti nella zona, popolata fin da tempi antichissimi.
Il Museo della Venere di Savignano
Il ritrovamento più celebre rinvenuto presso Savignano è la cosiddetta “Venere”, un’antica statuetta “steatopigia” con sembianze femminili, risalente al Paleolitico Superiore. Partendo dalla statuetta al centro dell'esposizione (in copia: l'originale è presso il Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma), si passa al confronto con riproduzioni di soggetti simili, sia italiani sia europei.
Fra questi, la Venere di Lespugue (Francia), la Venere di Willendorf (Austria), la Venere di Chiozza di Scandiano (Reggio Emilia) e la Venere della Marmotta, ritrovata da poco nel Lazio e sconosciuta a molti. Un vero e proprio viaggio nell'arte preistorica delle raffigurazioni femminili.
Il Museo dell’Elefante
Il Museo dell’Elefante ospita i resti dello scheletro di un elefante vissuto circa 2 milioni di anni fa: una femmina di Mammuthus, progenitore della specie meridionalis comparso in Europa alla fine del Pliocene. Articolato attorno a questo importante ritrovamento, il Museo propone un percorso arricchito di diorami, pannelli esplicativi e copie di altri reperti.
Vengono così illustrati l'ambiente in cui l'elefante ha vissuto, il suo processo di fossilizzazione, lo schema evolutivo dei proboscidati, fino alle tematiche di gigantismo e nanismo negli animali e lo sviluppo di zanne e proboscide.