Terre dei Montecuccoli
I Montecuccoli hanno origine molto antica, nascono probabilmente come consorzio e non come nucleo familiare e la loro prima investitura ufficiale avviene nel 1396 da parte dell’imperatore Carlo IV.
I Montecuccoli, però, già dominavano su gran parte del Frignano da almeno un secolo. Il consolidamento del potere avviene nel Quattrocento con la sconfitta dei rivali Montegarullo e la sottomissione agli Este. Nel 1435 Gaspare Montecuccoli ottiene l’investitura di un vastissimo territorio che comprendeva gran parte della montagna modenese che passerà al figlio Cesare. Nel 1506 i figli di Cesare dividono il territorio in tre parti: la zona di Pavullo, attorno al Castello di Montecuccolo; la zona di Semese e la zona di Montese.
Da questo momento i rami della famiglia continueranno parallelamente le proprie vicende cercando di mantenere il comando sul territorio nonostante numerosi interventi da parte degli Este per mantenere una situazione di stabilità.
Nel 1536 il ramo di Semese di estingue e confluisce in quello di Montese e, nel 1630, Francesco Montecuccoli decide di permutare proprio il territorio di Semese, restituendolo agli Este per ricevere in cambio il marchesato di Guiglia e Marano. Nel 1637 acquisisce anche il territorio di Montalbano, Montetortore e Ciano. Sposa Sigismonda Laderchi, con la clausola matrimoniale e l'autorizzazione del Duca d’Este di trasmettere ai figli e agli eredi anche il cognome materno. Il ramo dei Montecuccoli guigliesi sarà, da questo momento, il ramo dei Montecuccoli Laderchi. Si succedono varie generazioni fino alla morte di Raimondo Montecuccoli Laderchi nel 1873. Non avendo figli, l’eredità passa a un ramo cadetto: Alessandro Montecuccoli di Mitterau, ancora minorenne, diviene il nuovo Marchese con l’obbligo di trasferimento in Italia e di matrimonio con una donna italiana per poter ottenere il titolo e il patrimonio. La pessima gestione della madre di Alessandro trascina la famiglia in enormi debiti e all’abbandono progressivo dei possedimenti nel territorio alla fine dell’Ottocento.