Inaugurazione opera Carlo Bernardini
CARLO BERNARDINI
Principio dell’infinito, 2024
Installazione ambientale in fibre ottiche e acciaio inox.
Inaugurazione
Venerdì 29 Novembre, ore 18.30
Piazza Edmondo Berselli
L'opera consiste in una grande scultura luminosa, larga circa 18 metri e realizzata con particolari fibre ottiche e proiettori. Si connota per un aspetto contemporaneo e futuribile, ma allo stesso tempo capace di dialogare con le architetture esistenti e la nuova piazza. L'installazione, secondo diversi piani di lettura immaginifici, rimanda al passato di questo luogo ed alla sua memoria, fino a simboleggiare l'unità e l’apertura culturale di Castelnuovo Rangone.
Sono vari i riferimenti che il “maestro della luce” Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) ha inserito in quest'opera capace di ridefinire lo spazio attraverso illusori giochi prospettici e figurali. L'intervento per piazza Edmondo Berselli simboleggia una grande “sutura”, un “legame affettivo” che il paese, ed i castelnovesi, dimostrano nel tenere unite le diverse anime e identità del territorio: come l'ambiente, il lavoro, la storia, l'impegno sociale e culturale che hanno da sempre caratterizzato Castelnuovo Rangone. Inoltre, le traiettorie di luce che costituiscono quest'opera, riconducono alla storia passata di questa piazza, ai tempi in cui ospitava il cinema teatro Verdi.
Oggi la luce ed i fasci luminosi dell’installazione di Bernardini manifestano l’incanto e l’allusione al fascio luminoso del vecchio proiettore cinematografico che viene qui ricordato. L'intervento sottolinea lo spazio e gli elementi architettonici della piazza, traguardando ed enfatizzando attraverso un corridoio visivo il cuore storico del paese, ponendolo direttamente in comunicazione con lo spazio naturale del parco Rio Gamberi. Attraverso il suo intervento, l’artista, valorizza una porzione dell’abitato, apre e impreziosisce una sorta di portale di accesso. Una dimensione altra che ricuce intimamente il centro del paese fino ai suoi margini più articolati.
“Le forme di luce si bloccano in una fissità apparente, determinando sottili giochi di equilibrio ed una mobilità percettiva che permette di non vederle mai uguali a se stesse, da qualsiasi parte interna od esterna le si guardi. Il buio diviene la base di questo disegno mentale, in quanto davanti a esso si è obbligati all’immaginazione”.
Carlo Bernardini