Modena: cosa vedere in città e nelle Terre di Castelli

Gli edifici storici, i musei e i luoghi del gusto da non perdere

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Le chiese romaniche, l'archeologia, i segni del dominio estense, i luoghi e gli eventi dedicati alla cucina modenese. Se vi chiedete cosa vedere a Modena e dintorni, avrete l'imbarazzo della scelta. E l'acquolina in bocca, sempre.

Scoprire Modena è un piacere. Passeggiare fra i suoi portici, sostare in un caffè all'aperto, farsi conquistare da scorci suggestivi e ammirare le facciate colorate dei suoi edifici. Ma cosa vedere a Modena, di preciso? Quali sono i luoghi da non perdere? Ve li raccontiamo subito, e non ci limitiamo alla città. Allontanandoci di pochi chilometri, infatti, le sorprese non finiscono: anzi, aumentano.

Visioni romaniche

Modena: cosa vedere in città per prima cosa se non il Duomo? Dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO assieme alla Torre Ghirlandina e a tutto il complesso di Piazza Grande, è uno dei capolavori e degli edifici più iconici del Romanico, tanto che molte chiese della stessa epoca in Italia settentrionale sono state costruite a partire dal suo modello. La sua stessa fondazione ha una storia particolare, che racconta molto dello spirito della città e dei suoi abitanti: i lavori cominciarono nell’anno 1099 per volontà del popolo modenese, in un periodo in cui la città era sprovvista del vescovo dopo che l’ultimo era stato scomunicato, senza aspettare il permesso delle autorità ecclesiastiche. Un atto di autonomia molto audace per l’epoca, tanto che il premio Nobel Dario Fo, nello scrivere un libro dedicato proprio alla cattedrale di Modena, lo intitolerà Il tempio degli uomini liberi.

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Le fasi della sua costruzione sono tutte documentate, caso più unico che raro: conosciamo il nome dell’architetto, Lanfranco, e dello scultore dei bassorilievi, Wiligelmo. Proprio questi fanno della Cattedrale una vera "Bibbia di pietra" per i fedeli, mettendo in scena le storie di Adamo ed Eva, Caino e Abele e il Diluvio Universale. Scene bibliche, quindi, ma non solo: troviamo anche cicli scultorei dedicati ai mesi e alle attività principali che li caratterizzano – tema molto diffuso nel Romanico – , le storie del patrono della città San Geminiano e addirittura la storia di Re Artù – altro caso più unico che raro.

Il Romanico è uno stile molto presente in tutto il territorio modenese, tanto che anche in provincia si trovano chiese romaniche ben conservate: più piccole, più discrete e destinate al culto popolare nelle campagne e in montagna, ma non per questo meno affascinanti. Fra le colline delle Terre di Castelli, l’austera Pieve di Trebbio merita una visita anche per il contesto naturale in cui si trova, nel cuore del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Un altro esempio di Romanico fra le colline è l'Oratorio di San Michele a Levizzano Rangone, una piccola struttura che emerge fra i vigneti del Lambrusco Grasparossa e custodisce al suo interno antichi affreschi di gusto gotico.

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Archeologia portami via

Ma la storia di Modena comincia ben prima del Medioevo. Tutta l'area risulta popolata fin dalla Preistoria, oltre a essere stata abitata da Etruschi, Celti, Galli, Romani - che rifondano la città con il nome di Mutina - e Longobardi. Come accade spesso in Italia, anche qui basta scavare perché riaffiorino i segni del passato. Tombe, utensili, resti di case, strade: il Museo Lapidario e i Musei Civici del Palazzo dei Musei ci fanno conoscere la storia più antica di Modena.

Una storia che accomuna la città e i territori circostanti. Se parliamo di Preistoria, l’area modenese è famosa per aver ospitato insediamenti dell’età del bronzo molto particolari chiamati Terramare, abitazioni su palafitte fissate nel terreno e circondate da corsi d’acqua. Grazie ai molti ritrovamenti, il Parco Archeologico della Terramara di Montale è in grado di raccontarci – e farci vivere – la cultura terramaricola, arricchendo le visite con attività ludiche e manuali destinate in particolare a bambini e ragazzi.

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Per completare il quadro preistorico, ci sono altre tre tappe da non perdere, come il Museo Civico di Vignola, che espone numerosi reperti minerali e fossili delle ere paleozoica e mesozoica ritrovati nella valle del Panaro. Se invece volete saperne di più sull'antropizzazione antica del territorio, l'Antiquarium di Spilamberto è ricco di pezzi di notevole interesse risalenti all’età del bronzo fino all’epoca romana. Appassionerà sia i grandi che i più piccoli il Museo della Venere e dell’Elefante di Savignano sul Panaro, dedicato ai due principali ritrovamenti della zona: una statuetta femminile dalle abbondanti forme risalente al Paleolitico e l'impressionante scheletro di una femmina di mammut vissuta circa 2 milioni di anni fa.

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L'oro nero di Modena

Basta allontanarsi pochi chilometri da Modena per scoprire tutti i segreti della produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Spilamberto, sede della Consorteria ABTM, ha dedicato un museo a questo prodotto così particolare e prezioso, frutto di una tradizione lunghissima fatta di sapienza e pazienza. Un mito tutto modenese, che non ha eguali nel mondo, e che il museo di Spilamberto racconta in modo coinvolgente e completo.

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La Rocca di Vignola

Storico baluardo a guardia del confine tra i territori modenesi e quelli bolognesi, diventa nei secoli un’elegante residenza per le signorie dei Contrari prima e dei Boncompagni poi. La Rocca di Vignola è un monumento unico nel suo genere: fuori severa struttura militare, all’interno edificio di enorme pregio artistico grazie alle sale e alle cappelle affrescate. La posizione dominante sul corso del fiume Panaro aggiunge fascino a un monumento imperdibile per chi passa da queste parti. 

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Il rosso frizzante di Modena

Non perdete la Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa, il vino modenese per eccellenza. Rosso, leggero e frizzante, sa conquistare tutti i palati, soprattutto se abbinato alle specialità gastronomiche di Modena. La storia di questo vino ha radici molto lontane e la sua varietà “amabile”, il Lambrusco Grasparossa, nasce proprio nelle Terre di Castelli, da dove parte per essere ormai apprezzato in tutto il mondo.

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La capitale degli Estensi

Il nome di Modena è legato anche alla dinastia estense. Nel 1599, dopo che i duchi d’Este dovettero abbandonare Ferrara, la città divenne capitale del ducato fino all'Unità d’Italia (fatto salvo un breve intermezzo nel periodo napoleonico). Assieme alla Galleria Estense, che racchiude la collezione d’arte della dinastia – fra cui opere di artisti  come Velasquez, El Greco, Bernini –, il più grande lascito del periodo estense è il Palazzo Ducale, oggi sede dell'Accademia Militare. L’edificio venne costruito nel ‘600 per ospitare la corte, ma non tutti sanno che la sua costruzione si innesta su un edificio precedente: una rocca medievale che fu inglobata nel nuovo palazzo.

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Come doveva presentarsi questo antico edificio scomparso è presto detto. Per scoprirlo, basta fare una gita nelle Terre di Castelli, pochi chilometri a sud della città, e visitare le antiche rocche che svettano nel cuore dei borghi del territorio. Fra queste, la Rocca di Vignola, e il Castello di Levizzano: antiche fortificazioni che hanno mantenuto all’esterno il loro aspetto militare, ma che, da bastioni difensivi, sono poi state abbellite e profondamente trasformate all’interno per diventare le dimore di feudatari dei duchi estensi.

I luoghi della buona tavola

Essendo una meta golosa, oltre a chiedersi cosa visitare a Modena, è d’obbligo chiedersi cosa assaggiare.Se poi si abbina l’assaggio a una visita, il gioco è fatto. Lo storico Mercato Albinelli, costruito ai primi del ‘900 a pochi passi dal Duomo, è il luogo adatto dove trovare tutte le specialità modenesi e, magari, fermarsi per un aperitivo.

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Se siete appassionati di zampone e cotechino, vi conviene pianificare la vostra visita in dicembre. Oltre a trovarvi nel periodo adatto per questi piatti, potete partecipare a un evento unico: il Super Zampone di Castelnuovo Rangone. Qui, ogni anno, i maestri salumieri preparano uno zampone di oltre 600 chilogrammi che viene poi servito ai partecipanti. Alle porte di Modena, Castelnuovo è vera patria della salumeria, tanto da aver dedicato al maiale una curiosa statua in bronzo proprio nella piazza principale del paese e un originale Museo della Salumeria, itinerario nel gusto che ripercorre le tappe dell’arte salumiera e i suoi legami con la comunità.

Al Mercato Albinelli è possibile trovare il tipico "street food montanaro": le crescentine. Sono focaccine rotonde conosciute anche come “tigelle”, dal nome dei dischi in pietra in cui erano cotte un tempo. La Festa della crescentina e dei cibi montanari a Zocca è un’altra occasione “fuori porta” per conoscere questo cibo tradizionale emiliano, che può essere farcito con salumi e affettati, oppure con un gustoso battuto di lardo arricchito da una bella spolverata di parmigiano.

A questo punto, un buon bicchiere di Lambrusco Grasparossa seduti ai tavoli del Mercato è d’obbligo per digerire. Leggero e frizzante, è il vino ideale per accompagnare i cibi della zona: gustosissimi, ma abbastanza calorici! Se volete scoprire dove nasce questo vino così particolare, imboccate la via delle colline e raggiungete il borgo storico di Castelvetro di Modena, affacciato su uno splendido panorama fatto di vigneti. Magari a settembre, nei giorni della Festa a Castello e della Dama Vivente, rievocazioni storiche in cui il borgo torna ai fasti cinquecenteschi tra banchetti, sfilate e giochi in piazza.

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Sempre nel borgo di Castelvetro è possibile visitare anche l'Acetaia Comunale, uno dei luoghi di produzione dell'Aceto Balsamico Tradizionale. Fra i banchi del Mercato Albinelli, avrete visto di sicuro occhieggiare il pregiato prodotto modenese nella sua elegante bottiglietta e con il suo colore bruno scuro, praticamente nero. Testimoniato fin dall'anno 1000, è con gli Estensi che questo particolare aceto, dal gusto rotondo e denso e dal profumo pungente, conosce la fama presso le corti europee. Ancora oggi, la sua preparazione è un rito che richiede batterie di botti in legno pregiato, esperienza, tempo e una cultura radicata che solo questo territorio custodisce e tramanda da generazioni.

Cosa visitare a Modena e dintorni, quindi, è presto detto: i luoghi della storia, dell’arte e del buon cibo, che insieme costituiscono la cultura di questo territorio.

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