Lambrusco Grasparossa: gli eventi in provincia di Modena
Il Lambrusco Grasparossa è uno dei prodotti di punta delle Terre di Castelli: leggero, fresco, frizzante, ottimo in abbinamento con i gustosi piatti modenesi. Un vino dalla storia antichissima, protagonista di eventi e manifestazioni che ne celebrano l’importanza.
Colore rosso rubino, quasi violaceo. Spuma "vivace ed evanescente". Bollicine che solleticano il palato. Se avete assaggiato un buon bicchiere di Lambrusco Grasparossa ricorderete di sicuro queste caratteristiche. Dite la verità: ne siete rimasti piacevolmente stupiti, vero?
Il Lambrusco Grasparossa è la varietà di lambrusco originaria delle Terre di Castelli, in provincia di Modena, in particolare dei vitigni sulle colline di Castelvetro di Modena. Non è l’unica esistente: la famiglia dei lambruschi comprende anche il Sorbara (più chiaro e acidulo), il Salamino di Santa Croce e il Lambrusco di Modena.
Una cosa, però, accomuna tutti questi prodotti della terra: per lungo tempo nell’immaginario collettivo sono stati giudicati vini di poco prestigio. Così frizzante e leggero, il lambrusco ha poco a che fare con la corposità e la robustezza di vini considerati più pregiati. Eppure, col tempo, l’opinione comune è cambiata.
La rivincita del vino frizzante
Ritorniamo al buon bicchiere di Lambrusco Grasparossa con cui abbiamo iniziato. Immaginate di sedere a una tavola imbandita con le più apprezzate specialità delle colline modenesi: affettati, gnocco e crescentine, primi di pasta sfoglia, zampone… avete già l’acquolina in bocca, lo sappiamo! Provate ad abbinare il tutto con uno di quei famosi vini corposi a cui accennavamo, e non sarete poi così soddisfatti. Anzi, vi sentirete piuttosto appesantiti.
Le specialità modenesi sono già di per sé corpose, sapide, non proprio dietetiche: ecco perché il lambrusco – ovviamente Grasparossa, se vi trovate in collina – è l’abbinamento giusto per gustarli al meglio. Le sue bollicine, la sua freschezza acidula, ma non troppo, la sua spuma naturale aiutano a "pulire la bocca" dalle note grasse delle pietanze modenesi, rendendo l’accoppiata vincente.
Inoltre, il Lambrusco Grasparossa, più scuro e più dolce delle varietà di pianura, è chiamato anche "amabile": impossibile non appassionarsi a un vino che ha l’amore anche nel nome! Oggi, grazie alle sue caratteristiche singolari, è stato talmente rivalutato da diventare un successo internazionale. E le occasioni migliori per gustarlo, sono sempre nei suoi luoghi di origine: le colline di Castelvetro di Modena e delle Terre di Castelli.
Ogni momento è buono per un assaggio di Lambrusco Grasparossa, anche la notte delle stelle cadenti. Ogni 10 agosto, nelle colline di Castelvetro di Modena, vi aspetta una degustazione del territorio abbinata al Lambrusco con il naso all’insù, accompagnati da guide ed esperti astrofili: quale modo migliore per esprimere un desiderio?
Il Lambrusco è un vino DOC, Denominazione Origine Controllata. Imprenditori agricoli, cantine e produttori di Lambrusco dell’area modenese si sono uniti nel Consorzio per tutelare, valorizzare e promuovere questo prodotto speciale del territorio nelle sue varietà: Grasparossa, Sorbara, Salamino Santa Croce e Modena.
Lo sapevate che c’è un po’ di Lambrusco anche nell'Aceto Balsamico Tradizionale? Ebbene sì: il prezioso prodotto nasce cuocendo il mosto di Lambrusco e Trebbiano, rigorosamente modenesi. E questa è solo una delle curiosità che si possono scoprire nel museo che gli ha dedicato Spilamberto, sede della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale.
Settembre, è tempo di vendemmia
A Castelvetro, la vendemmia è una cosa seria. Da più di 50 anni, la patria del Lambrusco Grasparossa festeggia ogni settembre il periodo del raccolto con la Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa. Il borgo storico è di per sé suggestivo, affacciato sulle colline rigate dai vitigni che danno origine al frizzantino più amabile che ci sia, e in questa occasione si anima di eventi per tutti, non solo per gli intenditori.
Ci sono le degustazioni di Lambrusco Grasparossa nel borgo medievale e nelle aziende agricole, gli incontri con i produttori e gli stand gastronomici, il luogo migliore per apprezzare il magico abbinamento con le golosità modenesi. E poi spettacoli, musica, visite nelle numerose cantine del territorio, fino al momento più atteso della festa: la sfilata dei carri di Bacco per le vie del borgo, da non perdere!
Estate e primavera in vigna
Settembre è il mese del vino per eccellenza, siamo d’accordo, ma nelle Terre di Castelli ogni stagione è buona per festeggiare il Lambrusco Grasparossa. Fine giugno, un sole splendente, le colline più verdi che mai: il momento migliore per un pic-nic fra i vigneti. Si può? Certo che sì: La Vie en Rosé è l’evento pensato apposta per questo. Le vigne di Castelvetro sono pronte per accogliervi con assaggi speciali dei Rosati di Lambrusco, freschi e dissetanti, a piedi nudi sull’erba: un contatto tutto speciale con il gusto e con la natura.
I vitigni del Lambrusco Grasparossa punteggiano anche le colline di Savignano sul Panaro, luogo dove si producono ben undici tipologie di vino DOC, fra cui il Riesling Italico e il Pignoletto. Infatti, proprio come Castelvetro, il borgo di Savignano e i suoi dintorni sono i protagonisti di molti eventi dedicati alle specialità vitivinicole. Uno su tutti, la Magnalonga: il nome è già un programma! Si tratta di una passeggiata nella natura con soste gastronomiche, intrattenimento musicale e degustazioni presso i produttori di vino – Lambrusco Grasparossa sì, ma non solo – nella sua versione diurna, a maggio, e notturna, a luglio.
La storia millenaria di un vino "selvatico"
Il successo di cui gode oggi il lambrusco rende onore alla sua storia antichissima. Lo sapevate che i Romani bevevano un vino che può essere considerato a tutti gli effetti l'antenato del lambrusco? Il nome stesso deriva dal latino labrusca, usato per indicare un tipo di vite che al tempo cresceva spontanea sul perimetro dei campi. Una pianta selvatica, quindi, che attecchiva molto bene nell’area modenese e che alcuni individuano come la vite originaria del nostro lambrusco.
Le fasi della produzione del lambrusco seguono da secoli la classica successione. Dalla vendemmia si passa alla pigiatura degli acini, poi alla diraspatura per separare i raspi (a meno che non si voglia produrre un buon rosato di lambrusco), per passare alla pressatura e alla macerazione delle bucce per conferire il colore rubino. Ciò che caratterizza il lambrusco - e gli dà quel pizzico frizzante che ci piace così tanto - è un passaggio della fase successiva, la fermentazione. Non una, ma due, di cui la seconda avviene in autoclave. Qui, gli zuccheri del mosto diventano anidride carbonica e alcool, regalando al futuro vino le sue classiche bollicine.
Dopo la fermentazione, si passa alla svinatura – una sorta di "correzione" del vino – per approdare infine all'imbottigliamento. Una volta invecchiato a dovere, il nostro lambrusco è pronto per essere venduto e assaporato. Magari durante un bel brindisi fra le colline modenesi.