Il Romanico in collina e sull'Appennino modenese

Pievi, oratori e santuari: il Romanico nelle Terre di Castelli

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terre di castelli guiglia pieve di trebbio wall luoghi eventi

L’architettura romanica è una delle principali testimonianze del Medioevo. Che si tratti di famose cattedrali o piccole pievi, molte chiese costruite fra XI e XII secolo sono giunte fino a noi così come sono state costruite. E ancora oggi, parlano una lingua precisa: quella dello stile Romanico.

L’Italia pullula di monumenti storici. Sono una delle sue più grandi ricchezze e testimoniano una cultura fervida che ha attraversato i secoli arrivando fino a noi. Nelle Terre di Castelli, la zona collinare in provincia di Modena, uno degli itinerari culturali più interessanti ci porta sulle tracce di chiese, pievi e oratori accomunati da uno stile particolare: il Romanico.

Ma come riconoscere una chiesa romanica? Ecco che andiamo a rievocare qualche ricordo di scuola. Senza scendere troppo in dettagli da specialisti, ma basandoci sul puro spirito di osservazione, le chiese in stile Romanico hanno di norma murature spesse, archi a tutto sesto, absidi semicircolari e cripte.  Hanno un aspetto austero, senza tanti fronzoli, e poche decorazioni dallo stile molto riconoscibile. Nell’area emiliana, queste sono soprattutto file di archetti ciechi che punteggiano i muri esterni come fossero ricami. Negli edifici più prestigiosi, troviamo anche portali circondati da bassorilievi con scene ricorrenti come la rappresentazione delle stagioni.

La particolarità delle decorazioni tipiche dello stile Romanico è che si ripresentano simili a diverse latitudini, in varie parti d'Italia e d'Europa. Una testimonianza del fatto che il Medioevo era tutto fuorché un periodo statico. Le persone si spostavano (eccome!) usando le grandi vie di pellegrinaggio conosciute ancora oggi: per esempio la Via Romea, che collega il Brennero a Roma, attraversa proprio le Terre di Castelli. In questo modo, anche le tecniche costruttive e decorative hanno potuto viaggiare insieme alle persone e, di conseguenza, diffondersi.

Si può dire quindi che il Romanico sia una grande lingua universale che accomuna ancora oggi luoghi e popoli. È una radice comune della cultura europea, uno stile architettonico che si è sviluppato di pari passo con la fioritura degli edifici, lo sviluppo delle città e dei commerci protagonisti dei secoli XI e XII. In pratica, si tratta di una testimonianza viva e importante del Medioevo, arrivata fino a noi.

E ora, non resta che andare a caccia dei segni che la cultura medievale e l'architettura romanica ci hanno lasciato fra gli splendidi panorami delle Terre di Castelli, magari inforcando la bicicletta e seguendo uno dei percorsi proposti dalla mappa Il Romanico in bicicletta, un progetto realizzato nell'ambito del progetto europeo Crosscultour / Transromanica "Grande Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa", volto alla valorizzazione culturale e turistica del patrimonio d'arte romanico e medievale.

terre di castelli vignola rocca veduta della Rocca da nord est ph Sergio Smerieri
La Rocca di Vignola

Il Medioevo affiora anche nelle costruzioni civili. Una fra tutte, la Rocca di Vignola. Benché ampliata e trasformata in elegante residenza signorile nel ‘400, l’edificio nacque come baluardo difensivo. La sua presenza è attestata fin dal X secolo, protagonista per secoli di assedi bolognesi e lotte tra famiglie: un passato burrascoso che si legge ancora nella sua struttura esterna, imponente e severa.

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Borgo medievale di Savignano

Savignano sul Panaro è uno dei suggestivi borghi medievali che punteggiano l’Emilia-Romagna. Un tempo era un antico castello, dominato da una torre in sasso. Fate una passeggiata e scoprite come le tracce del Medioevo si mescolano alle realizzazioni successive creando un vero itinerario nella storia. Fra tutte, il seicentesco Oratorio di San Rocco e le sculture del suo cittadino più illustre, l’artista Giuseppe Graziosi.

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Castellino delle Formiche

Fra i castelli arroccati, costruiti a guardia dei confini modenesi, spicca il Castellino delle Formiche, che ci porta indietro nel tempo. Le case abbarbicate sulla roccia circondano la torre medievale, ancora superstite. Prima appartenuto alla famiglia Malatigni, poi ai Montecuccoli, l’antico castello non ha però cambiato il suo affaccio suggestivo: una distesa di boschi e campi fino alla valle del Panaro.

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Montequestiolo

Gli antichi ruderi hanno sempre il loro fascino, specialmente quando sembrano fusi con la natura che li circonda. È il caso di Montequestiolo, antico fortilizio di confine appartenuto prima ai Montecuccoli e poi ai Rangoni Machiavelli. Oggi, la sua torre superstite, risalente al ‘300, e il portale d’ingresso originale continuano a dominare i boschi e le colline di Zocca.

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Una pieve in mezzo al verde

C’è un luogo nel territorio delle Terre di Castelli che riesce ad affascinare tutti, grandi e piccoli, soprattutto se amanti della natura. È il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, un'area naturale protetta caratterizzata da imponenti (e antichissime) guglie di arenaria che si stagliano sul paesaggio circostante. I numerosi sentieri permettono di esplorare il Parco e scoprirne le bellezze non solo naturalistiche, ma anche storiche e culturali.

Fra queste ultime, spicca la Pieve di Trebbio. Situata nel cuore del Parco, con vista sugli speroni rocciosi che ne sono simbolo, è proprio uno dei punti di partenza per diversi sentieri. Ma soprattutto, assieme al suo campanile e al suo battistero, è una delle testimonianze di Romanico meglio conservate in Appennino. La pieve ha forme pulite ed essenziali - senza fronzoli, appunto - con il portale scolpito, capitelli e sculture originali, alcune di esse precedenti all’XI secolo: testimonianza di un edificio di culto costruito ancor prima nella stessa posizione e poi rifondato in stile Romanico. Il tutto, perfettamente amalgamato con il paesaggio circostante: gli scorci da favola dei Sassi di Roccamalatina, anch’essi attraversati – non a caso – dal tracciato della Via Romea.

terre di castelli castelvetro di modena oratorio di san michele arcangelo wall luoghi eventi

Il Romanico delle colline

Anche fuori dal Parco dei Sassi di Roccamalatina il paesaggio delle Terre di Castelli continua a regalare emozioni e appuntamenti con la storia. Tra le colline ricoperte dai vigneti tra Castelvetro e Levizzano – le stesse in cui nasce il Lambrusco Grasparossa – si trova un’altra piccola perla del Romanico: l'Oratorio di San Michele Arcangelo.

Piccolo e a pianta rettangolare, la sua magia consiste nell'essere scrigno di sei antichi affreschi raffiguranti santi. Fra questi, si riconoscono Maria Maddalena, San Giovanni Battista e San Giacomo, dipinto con l’immancabile bastone da pellegrino. L’esterno, invece, si mantiene austero, come nella migliore tradizione del primo Romanico, la sola facciata decorata dal classico saliscendi di archetti ciechi.

Continuando a percorrere queste colline e spostandosi in direzione di Marano sul Panaro, le tracce inconfondibili del Romanico continuano. Per scoprirle basta fare tappa al borgo antico di Denzano, un antico castello di origine medievale che oggi mantiene solo qualche indizio delle antiche costruzioni. Fra queste, l'abside romanica della Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita a imitazione del celebre Duomo di Modena. Si pensa addirittura che potrebbe essere stata realizzata per mano di un allievo di Lanfranco, l’architetto che progettò la cattedrale modenese. L’abside romanica rimane l’unico elemento del periodo medievale, mentre il resto della chiesa fu ricostruito alcuni secoli dopo: un dettaglio che le conferisce ancora più fascino.

il romanico santa maria del tiepido castelnuovo rangone terre di castelli

Verso la pianura e il gran finale

La caccia al Romanico continua scendendo verso la pianura. Sono molte le chiese di interesse nel territorio di Castelnuovo Rangone e, tra queste, Santa Maria del Tiepido presenta elementi in stile Romanico. La Chiesa, dedicata a Santa Maria della Neve, si trova sulla riva del torrente omonimo ed è citata nei documenti fin dal XII secolo. Nonostante i restauri promossi dagli attuali proprietari, non ha perso il suo fascino medievale volutamente conservato.

Una volta passata Santa Maria del Tiepido, siamo davvero a pochi chilometri da Modena dove si trova il nostro “gran finale” dell’itinerario Romanico. Il Duomo della città, infatti, è il vero e proprio simbolo dell’architettura romanica in Italia e in Europa. Le sue forme sono state riprese e rielaborate in numerose chiese medievali dell’Italia settentrionale. Qui ritroviamo le absidi semicircolari, le decorazioni ad archetti ciechi, i portali decorati e particolari cicli scultorei: non solo i mesi, ma anche le storie della Bibbia, del patrono San Geminiano e addirittura di Re Artù.

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Fondato nel 1099, il Duomo di Modena ha una storia più unica che rara. Poiché la città si trovò senza un vescovo a causa di una precedente scomunica, furono gli stessi modenesi a promuovere la costruzione della Cattedrale senza aspettare il permesso delle gerarchie ecclesiastiche. Inoltre, contrariamente a quanto accaduto per altre opere dello stesso periodo, sono giunti fino a noi anche i nomi dei principali artisti che realizzarono l’edificio: l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo.

E così, dal grande esempio del Duomo di Modena fino alle pievi, alle chiese e agli oratori sparsi sulle colline delle Terre di Castelli, le suggestioni del Romanico sono ancora vive. Legate fra loro dal filo invisibile della Storia, sono parte integrante della cultura e del paesaggio modenese: un patrimonio che non si finisce mai di scoprire.

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